Terapie mininvasive moderne

La terapia delle varici degli arti inferiori



Le vene varicose (varici) sono una malattia cronica (malattia venosa cronica) legata a fattori costituzionali e ambientali che rendono meno elastiche le pareti delle vene. Esse si manifestano agli arti inferiori come cordoni superficiali bluastri e tortuosi e possono procurare crampi notturni, gonfiore, pesantezza, bruciore, senso di tensione dolorosa e prurito alle gambe. Se trascurate possono provocare varie complicanze legate al ristagno del sangue, infiammazioni come le flebiti o nei casi più gravi le trombosi venose e le ulcere.

L’indebolimento del tessuto connettivo della parete venosa può alterare il corretto funzionamento delle valvole presenti nelle vene che consentono la risalita del sangue dalla periferia verso il cuore. Il malfunzionamento delle valvole provoca il ristagno (stasi) del sangue e la formazione delle vene varicose.

La presenza di capillari (teleangectasie) e piccole vene superficiali dilatate rappresenta il primo segnale della insufficienza venosa cronica. Grazie ad alcuni esami assolutamente non invasivi come l’ecocolordoppler, la pletismografia ad occlusione venosa o la reografia a luce riflessa, il medico può stabilire la presenza di alterazioni patologiche del circolo venoso superficiale e profondo degli arti inferiori.

Un accurato esame clinico-strumentale a partire dall’esame ecocolordoppler è necessario in tutti casi, è obbligatoria una diagnosi precisa in modo da poter stabilire le indicazioni alla terapia più adatta alla patologia venosa e alle necessità del paziente.

A seconda della gravità della malattia varicosa possono essere prese in considerazione varie soluzioni terapeutiche:

  • Compressione delle varici con calze elastiche terapeutiche o bendaggi e medicazioni adatte (ad esempio in caso di complicazioni quali ulcere o flebiti).
  • Asportazione chirurgica delle varici (stripping e/o flebectomia), in particolare in caso di dilatazione varicosa di grossi tronchi venosi delle gambe (vena safena) o di vene collaterali. Oggi si utilizza raramente (5-10% dei pazienti), solo in coloro che presentano varici inveterate o complicate, quando non sono indicate le tecniche mininvasive moderne.


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