Le varici degli arti inferiori

Le varici degli arti inferiori



  1. Attività Fisica È consigliato camminare quotidianamente almeno un’ora a passo svelto e costante. Non si può camminare in un appartamento, camminare significa uscire e percorrere tragitti più o meno lunghi a piedi. L’attività fisica più idonea oltre il cammino per migliorare il ritorno venoso dagli arti inferiori verso il cuore è quella che prevede una mobilizzazione moderata da effettuarsi attraverso alcuni esercizi e attività sportive. Gli sport utili alle vene comprendono la marcia e tutte le discipline ad essa associate (come il golf o lo jogging) preferibilmente su terreni morbidi e con l’uso di suole elastiche. Si possono consigliare anche lo sci di fondo, il nuoto (molto indicato poiché si associa l’esercizio armonico del corpo alla assenza di peso in acqua e al contemporaneo massaggio esercitato dallo spostamento dell’acqua stessa), la bicicletta su percorsi non troppo impegnativi e, in alternativa, la cyclette. Altre attività sportive dovranno essere praticate con prudenza. Lo sci alpino, per esempio, perché il ritorno venoso è sfavorito dall’azione costrittiva sul piede e sulla gamba esercitata dagli scarponi, dalla posizione semi-eretta degli arti inferiori. Di solito, la posizione viene mantenuta a lungo e con possibilità di cadute, traumi e fratture ossee, con il conseguente pericolo di flebiti e trombosi venose. Il tennis, soprattutto su superfici dure, perché gli arresti bruschi e gli sforzi muscolari brevi e intensi possono accentuare il danno valvolare delle pareti venose. L’equitazione, perché danneggia soprattutto le vene safene interne, quando il cavaliere comprime gli arti inferiori sui fianchi del cavallo. Gli sport sconsigliati sono tutti quelli che prevedono scatti con contrazioni muscolari violente e ripetute e possibili traumatismi degli arti inferiori: rugby, calcio, basket, palla a volo e a mano, salto in alto e in lungo, lancio e sollevamento di pesi. Tutte le attività sportive devono essere praticate con moderazione.
  2. Abbigliamento Gli indumenti poco comodi come jeans troppo attillati, cinture strette, pancere, cinti erniari, giarrettiere e ogni tipo di compressione che determini costrizioni localizzate danneggiano il sistema venoso e quindi devono essere evitati.
  3. Scarpe Devono essere comode, morbide ed a pianta adatta alla dimensioni del piede, devono avere un tacco di 3-4 cm, sono quindi sconsigliati i tacchi alti ma anche le suole piatte. Un corretto appoggio del piede al suolo è importante per favorire il ritorno venoso, poiché il primo meccanismo che determina la spinta del sangue verso l’alto è proprio rappresentato dalla spremitura della pianta del piede.
  4. Alimentazione Deve essere ricca di fibre, vitamine (la vitamina C è un vasoprotettore) e sali minerali, quindi di frutta (ad esempio arance, ananas, kiwi, frutti di bosco, pompelmi che contengono sostanze venoprotettrici) e verdura. Si deve bere molta acqua, per favorire l’azione depurante dei reni e l’eliminazione fisiologica di tutti i liquidi in eccesso. L’assunzione di alcool deve essere moderata. Il sovrappeso e l’obesità sembra che favoriscano la comparsa di varici degli arti inferiori e comunque ne aggravano la sintomatologia e rendono più difficoltose le terapie chirurgiche, sclerosante e compressiva. La stitichezza deve essere combattuta poiché la stasi intestinale aumenta la pressione intra-addominale con conseguente peggioramento del drenaggio venoso e linfatico e provoca l’aggravamento di varici ed emorroidi. La dieta ricca di fibre (frutta, verdura, pane integrale) favorisce la regolare funzionalità dell’intestino.
  5. Igiene Evitare il bagno in acqua troppo calda, consigliata invece la doccia e l’idromassaggio con getti di acqua tiepida e fredda alternati. Evitare il bagno turco, la sauna, l’esposizione ravvicinata a qualsiasi fonte di calore, i fanghi e le sabbiature sugli arti inferiori. Curare i piedi evitando screpolature e ferite cutanee, che favoriscono lo sviluppo di infezioni e ulcerazioni delle gambe affette da insufficienza venosa. Non applicare gel sulle gambe se non sotto controllo medico e per brevi periodi (rendono la pelle secca e favoriscono il prurito e le lesioni da grattamento). La depilazione deve essere fatta evitando le cerette a caldo e strappi violenti sulla superficie cutanea; comunque ogni tipo di trauma contusivo può favorire l’insorgenza di capillari. I massaggi sono sicuramente consigliabili ma devono essere eseguiti con delicatezza e da personale qualificato per evitare traumi agli arti inferiori e adottare tecniche, come il linfodrenaggio manuale, che effettivamente favoriscano il drenaggio venolinfatico. Tecniche di drenaggio quali quelle manuali o la pressoterapia devono essere comunque eseguite su indicazione e controllo medico.
  6. Viaggi Si deve evitare di rimanere a lungo immobili nella stessa posizione, seduti con le gambe piegate, in particolare nella stagione calda. Quando il viaggio è lungo se si è in treno o in pullman è opportuno cercare di tenere le gambe un poco sollevate, alzarsi spesso e camminare. In auto fare delle soste periodiche (ogni ora) e se ciò non è possibile cercare di allungare o muovere spesso le gambe, flettere il piede sulla caviglia per almeno 15-20 volte ripetutamente durante il viaggio. In aereo si possono determinare, a causa della pressurizzazione e soprattutto per la lunga durata dei viaggi, problemi di disidratazione, gonfiore ai piedi e caviglie anche nei soggetti sani. I pazienti affetti da insufficienza venosa presentano ovviamente un rischio maggiore di comparsa dei sintomi da stasi venosa e di formazione di trombi nelle vene degli arti inferiori (trombosi venosa profonda). Tale eventualità è stata erroneamente definita “sindrome della classe economica” poiché ricondotta ai soli passeggeri di aeromobili, mentre la patologia può riguardare tutti coloro che sono costretti all’immobilità prolungata per malattie o interventi chirurgici o che trascorrono molto tempo seduti in treno o in auto. Per quanto riguarda l’aereo la malattia può interessare anche i passeggeri di classe business ed è riconducibile alla presenza di fattori predisponenti e di altri che si determinano durante il viaggio: predisposizione genetica in soggetti con alterazioni dei fattori della coagulazione sanguigna in assenza di idonea terapia medica, trattamenti ormonali prolungati, recenti interventi chirurgici o grossi traumi agli arti inferiori, insufficenza venosa degli arti inferiori (sia superficiale che profonda), il tipo di sedile occupato, lo spazio disponibile a bordo, l’assunzione di fumo e alcool. Anche i soggetti che presentano tali fattori predisponenti possono tuttavia usufruire del mezzo aereo o degli altri mezzi di trasporto per lunghi viaggi purchè effettuino periodici controlli dallo specialista e si attengano alle prescrizioni mediche per la prevenzione, che vanno a seconda dei casi dalla terapia farmacologica all’uso di calze elastiche appropriate. I consigli utili da seguire sono: bere acqua frequentemente durante il volo, limitare l’assunzione di alcoolici prima e durante il volo, indossare scarpe comode e che soprattutto non costringano il collo del piede, evitare di accavallare le gambe mentre si è seduti a bordo, effettuare il più possibile gli esercizi consigliati e, se necessario, su preciso consiglio medico indossare calze a compressione graduata.
  7. Mare e sole L’esposizione solare esagerata ed il clima caldo, soprattutto il caldo umido dei climi tropicali, danneggiano le vene perché provocano una dilatazione dei vasi e favoriscono la comparsa di capillari sia al viso che agli arti inferiori: si deve quindi evitare di stare molto tempo al sole immobili ed è consigliato bagnare spesso le gambe con frequenti docce fredde o spugnature di acqua fredda anche sotto l’ombrellone; fare lunghe e frequenti passeggiate nell’acqua di mare o della piscina. La protezione della pelle deve essere sempre effettuata con filtri solari di qualità ma si devono evitare gli oli solari e le creme grasse che ostacolano la traspirazione e aumentano la temperatura cutanea, sono consigliabili il latte solare o spray a base acquosa.
  8. Riposo durante il giorno Evitare di sedersi su sedie o poltrone troppo basse e di sdraiarsi sul divano appoggiando i piedi sui braccioli o su uno sgabello, ma preferire il letto o comunque cercare di appoggiare gli arti su superfici stabili ed uniformi evitando di lasciare la regione posteriore di gamba e ginocchio (cavo popliteo) privo di sostegno e cercare sempre di tenere gli arti uniformemente sollevati di circa 10 cm rispetto al torace.
  9. Riposo a letto È consigliabile dormire sempre con gli arti inferiori posti ad un livello più alto rispetto al cuore di circa 10 cm, ponendo un rialzo sotto i piedi del letto; se non è possibile si può mettere un cuscino o una coperta sotto il materasso specie se di tipo rigido (ortopedico). È sconsigliato il cuscino posto sotto le gambe che, muovendosi, non offre una superficie di appoggio uniforme alle gambe ed inoltre può determinare una estensione della gamba sulla coscia lasciando il ginocchio sospeso nel vuoto con la possibilità di costrizioni della vena poplitea, che provvede al drenaggio del sangue venoso dalla gamba. Nei periodi di lunga immobilità a letto (malattie, interventi chirurgici, gravidanze difficili ecc.) si devono muovere ripetutamente gli arti inferiori con movimenti di flesso-estensione del piede e si devono praticare frequenti e profonde inspirazioni (che favoriscono il ritorno venoso verso il cuore). L’uso delle calze elastiche antitromboembolia, da mantenere a riposo nei pazienti che presentano fattori di rischio per la comparsa di flebiti superficiali e trombosi venose (come le varici degli arti inferiori!), deve essere consigliato e prescritto dal medico.
  10. Gravidanza Durante la gravidanza possono comparire disturbi come gonfiore, stanchezza, sensazione di pesantezza, tensione alle gambe, crampi notturni insieme a capillari e varici che si aggravano, se già presenti, oppure si manifestano per la prima volta. I disturbi descritti possono pregiudicare il benessere della donna incinta e provocare addirittura la comparsa di flebiti superficiali o trombosi venose, soprattutto nel periodo del parto e puerperio. Per questa ragione è bene prevenire e curare tali problemi e interpellare subito il medico che provvederà a prescrivere le misure idonee per ogni futura madre. I consigli di igiene di vita da seguire sono quelli descritti in precedenza, a questi si deve aggiungere quasi sempre l’uso di una calza elastica a compressione graduata, che verrà prescritta a seconda delle necessità. Le donne in stato interessante che desiderano prevenire le vene varicose e che hanno già problemi con le gambe hanno buone ragioni per indossare ogni giorno per nove mesi e, talvolta, anche dopo il parto le calze elastiche perché:
    • Le calze permettono di evitare o mitigare le conseguenze della stasi venosa (vene varicose, gonfiori ai piedi e caviglie, altri disturbi) e delle sue possibili complicazioni (flebiti, trombosi venose).
    • Gli effetti positivi sul circolo materno sono notevoli, poiché esse sono in grado di compensare meccanicamente l’aumento della pressione vascolare interna, provocato dall’ingrossamento dell’utero nel bacino e dai fattori già esposti, esercitando una certa pressione esterna.
    Il risultato della terapia con calze a compressione graduata è che il volume di sangue spinto per ogni battito cardiaco aumenta mentre la frequenza cardiaca diminuisce ed il cuore lavora in modo più economico, lo sforzo fisico risulta essere notevolmente minore e si ha, specialmente in posizione eretta, un miglioramento della irrorazione degli organi, compreso l’utero che, altrimenti, dovrebbe sopportare una diminuzione dell’afflusso di sangue. Seguendo le misure di igiene di vita consigliate aumenteranno le probabilità di una gravidanza senza problemi, sia per la madre che per il bambino.

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